Da Assago alla Serie A: Marco Palestra si racconta
CREDITS: ATALANTA.IT
4 anni passati indossando la maglia gialloblu: era poco più che un bambino Marco Palestra quando, indossati gli scarpini, dava i primi calci al pallone nel nostro centro sportivo.
Da subito è stato evidente che aveva un passo in più e la sua carriera, per quanto sia agli inizi, sembra dire all'Atalanta che ci ha visto lungo quando, poco dopo i 10 anni, ha scelto di farlo crescere con i colori neroazzurri.
Nella stagione passata titolarissimo con l'Atalanta U23, trampolino di lancio per cominciare con allenamenti in Prima Squadra che lo hanno portato ad esordire in Europa League, a giocare i primi spezzoni in Serie A e anche nella finale di Supercoppa Europea contro il Real Madrid.
Abbiamo avuto il piacere di parlare con Marco, per ricordare insieme a lui gli anni passati ad Assago; prima di lasciargli la parola ringraziamo sia Marco che l'ufficio stampa dell'Atalanta per l'estrema disponibilità.
DA ASSAGO ALLA SERIE A: MARCO PALESTRA SI RACCONTA
Ciao Marco, partirei col chiederti se conservi ancora i ricordi dei tuoi primi passi con l'Assago.
“Ho giocato 4 anni all'Assago, diciamo che è stato l'inizio della mia carriera. Mi ricordo dei bei momenti. Sono stato molto bene, ho legato con amici con cui ho tutt'ora rapporti. Sono stati anni belli”.
C'è una persona, un allenatore o un compagno dell'Assago che ha avuto un impatto speciale nella tua crescita calcistica? Oppure che ricordi ancora con affetto?
“Ho un bel ricordo di tutti gli allenatori che ho avuto all'Assago, mi hanno trattato tutti benissimo e mi hanno aiutato a crescere. Tra i miei compagni di allora, mi fa piacere citare Filippo Bonvento. Ci siamo conosciuti al mio primo anno all'Assago ed è ancora oggi il mio miglior amico. Con lui ho un rapporto davvero speciale ed è nato proprio all'Assago quando eravamo ancora dei bambini”.
C'è ancora qualcosa che ti lega alla comunità di Assago?
“Ogni tanto mi capita di ripassare al centro sportivo e ci torno sempre molto volentieri: rivedere volti conosciuti o parlare con i miei ex compagni è sempre piacevole”.
Se capita ancora che passi in zona e rivedi i campi dell'Assago, quali ricordi riaffiorano?
“Sicuramente ogni volta che ritorno al campo di Assago, riaffiorano tantissimi ricordi, anche se il centro sportivo rispetto ai miei anni è ovviamente un po' cambiato. Lì ho lasciato ricordi bellissimi, per me poter giocare a calcio era motivo di grande felicità. Sono stati anni davvero belli”.
Cosa diresti al “te stesso” bambino che sognava il calcio?
“Gli direi che ha fatto bene a crederci fin dall'inizio. Ho sempre avuto il sogno di diventare calciatore. Sta andando bene, ma so che c'è da migliorare sempre. Ci ho sempre creduto, anche nei momenti di alti e bassi che possono capitare nella crescita di un ragazzino. All'Assago il calcio era soprattutto un divertimento, ma nella mia testa c'era già la voglia di provare a diventare un calciatore”.
Che consiglio daresti ai giovani calciatori dell'Assago che oggi ti guardano come un modello?
“Sicuramente di divertirsi in campo, perché è quello che fa la differenza. Quando ti alleni o fai le partite, ti devi prima di tutto divertire. Perché divertirsi, alla fine ti aiuta anche a migliorare, a restare concentrato. Davanti a tutto io metto la passione e il divertimento”.
E in fondo l'obiettivo di questa intervista era parlare ai piccoli calciatori, Marco Palestra può essere un esempio e siamo fieri di averlo visto crescere fino a poterlo ammirare in Tv in quelle che sono le partite che si sogna di giocare fin da bambini.
Ancora grazie a Marco
Fonte: Antonio Cucci